Situata su un promontorio costiero che si sporge, da un'altezza di 268 m, a picco sul mar Tirreno e sulla Riserva naturale orientata dei laghetti di Marinello, Tindari è una frazione di Patti famosa per il suo santuario mariano e per le sue attrattive storiche. Fondata 2.400 anni fa da Dionisio I di Siracusa, Tindari fu distrutta nell'836 dagli Arabi. Vi rimase il santuario dedicato alla Madonna Nera di Tindari, progressivamente ingrandito, che ospita una Maria con il Bambino scolpita in legno, considerata miracolosa. La festa del santuario e della Madonna del Tindari si svolge ogni anno tra il 7 e l'8 settembre, in occasione della festa liturgica della Natività della Vergine. Andrea Camilleri qui ambientò “La gita a Tindari”, una delle indagini del commissario Montalbano. Il premio Nobel Salvatore Quasimodo le dedicò la celebre poesia Vento a Tindari e anche Cicerone ne scrisse. I resti della città antica si trovano nella zona archeologica: da vedere le mura di cinta, il teatro e la così detta basilica. Alla base del promontorio si trova una zona sabbiosa con una serie di piccoli specchi d'acqua: lLa spiaggia è conosciuta con il nome di Marinello o il mare secco e vi sono legate diverse leggende. La più famosa vuole che la spiaggia si sarebbe formata miracolosamente in seguito alla caduta di una bimba dalla terrazza del santuario, ritrovata poi sana e salva sulla spiaggia appena creatasi per il ritiro del mare.