Questo comune del Nisseno si è distinto per l'elevatissimo numero di sacerdoti. Ben cinque di loro sono stati arcivescovi e vescovi. San Cataldo ospitò il delegato della Santa Sede, l'allora arcivescovo Angelo Giuseppe Roncalli, divenuto poi papa Giovanni XXIII. E in un paese con tante vocazioni sacerdotali, non potevan mancare delle chiese importanti, come la Chiesa Madre e la Chiesa del Rosario. La prima, ricostruita alla fine del XVII secolo, è intitolata all'Immacolata Concezione. La seconda forma un corpo unico con la Torre civica dell'Orologio. Tra i luoghi di interesse vanno segnalati: il Museo etno-antropologico, che conserva i costumi folcloristici e gli attrezzi utilizzati per la lavorazione del latifondo; il Calvario di San Cataldo, che sorge nella zona alta della Città e dove ogni anni si svolge la "Scinnenza", rito del Venerdì santo; il Monumento ai caduti della prima guerra mondiale e il Monumento ai Marinai. Ancora, da menzionare il Palazzo-Castello del principe Galletti, sito su una collinetta denominata sino a poco tempo fa "quartiere forca". A quattro chilometri a nord della città, in contrada Vassallaggi, si trovano i resti di un'antica città chiamata Motyon. Posta sulla grande via che univa Agrigento ed Enna, la città sorse nella prima età del bronzo quale centro indigeno abitata, a quanto si ritiene, dai Sicani.