Si tratta di un piccolo centro sorto sotto la signoria dei Lanza, nel XVII secolo. Qui viene celebrata ogni anno la famosa "Sagra delle pesche". La seconda domenica d'agosto si organizza una festa in cui vengono offerte ai visitatori le pesche, grande risorsa dell'agricoltura locale, preparate nei più svariati modi: nel vino, gelato, torta, granita, marmellate. Altro appuntamento è la "Fiera di Mojo" (a Fera ô Moju), in concomitanza con i festeggiamenti in onore del SS Crocifisso: si tratta di una delle più antiche fiere di bestiame che si svolge nell'ultima settimana di settembre. Attira visitatori anche dalla Calabria. Per gli appassionati di escursioni c'è un interessante percorso naturalistico, quello di Sentiero Vulcanetto, dove si può ammirare il conetto eruttivo di Mojo Alcantara, il più eccentrico tra quelli etnei. Questo sentiero si snoda lungo il fianco del vulcano, ormai spento. Il nome del monte Mojo è legato alla leggenda dei due fratelli, uno cieco e l'altro opportunista, il quale, al momento della spartizione del grano, cercava di imbrogliare il fratello cieco. Il Padreterno, avvisato da un'aquila, avrebbe a quel punto incenerito il fratello disonesto incenerendo il fratello disonesto e il suo grano, trasformandolo in quello che attualmente è monte Mojo, che ha appunto l'aspetto di un cumulo di grano.