Questo piccolo centro delle Madonie, meno di mille anime, sovrasta la costa tirrenica. Dalla parte della catena montuosa a sud-ovest di Cefalù. Il patrono San Giacomo si festeggia il 9 settembre, rinnovando una devozione che risale ai tempi dei Normanni. Degno di nota è il capodanno: per San Silvestro, infatti, “A Vecchia” (sarebbe la Befana, che per la leggenda ha casa nella grotta Grattara, a trecento metri dall’abitato) va in scena con degustazioni, musica, animazione, danze a ritmo di musica popolare e fuochi d’artificio. Una grande festa di piazza a cui arrivare ben coperti (qui siamo a quasi settecento metri d’altezza). Un bell’appuntamento tra peccati di gola e tradizioni popolari è quello Sagra della vastedda fritta, il 14 agosto, durante la quale vengono fritti e offerti i panetti caldi cosparsi di zucchero. Musica folk e vino locale completano il programma, insieme alla tradizionale cursa chi sciecchi (corsa con gli asini), nella quale coppie di ragazzi in groppa a degli asini si sfidano con prove di forza e velocità. Di notte, poi, potrete ascoltare negli angoli del borgo le serenate siciliane con voce, chitarra, mandolino e fisarmonica. Il giovedì successivo al Corpus Domini (nel 2019 il 27 giugno), nel giorno de “U Juovi di Mastri”, si svolge la tradizionale e antichissima tammuriniata chiamata “A tuccata di lupi”. Fino a qualche secolo fa, infatti, nel bosco di San Giorgio a Gratteri viveva ancora un nutrito branco di lupi, che spinti dalla fame insediavano gli ovili. Per scacciarli, i cacciatori suonavano grossi tamburi che li spaventavano. Quei tamburi suonano ancora anche se i lupi non ci sono più.