Siamo nel cuore dei Nebrodi occidentali, in un territorio che è un trionfo di natura. Del castello normanno rimane un rudere a un'altitudine di 780 metri, comunque affascinante. Di grande interesse è la Chiesa Madre, in piazza Umberto, che risale alla metà del XV secolo, e che conserva al suo interno un ciborio in pietra attribuito al Gagini. Interessanti anche altre chiese, come quella del SS. Salvatore. Sorge sul promontorio che si affaccia sull'Halaesa, dominando tutta la vallata, e ha la caratteristica di essere notata, nelle notti buie, da molto lontano, quando appare come sospesa in cielo. Si trova nelle vicinanze di una delle opere appartenenti alla Fiumara d'arte e più precisamente al Labirinto di Arianna. Posta su un'altura che domina tutta la vallata del Tusa si trova questa gigatesca costruzione circolare in cemento, sulla quale si erge una sorta di arco a sesto acuto. E proseguendo ancora sulla provinciale per Pettineo, si incontra l'ultima opera della Fiumara che ricade nel territorio di Castel di Lucio: "Una curva gettata alle spalle del tempo", di Paolo Schiavocampo. Gli itinerari naturalistici abbondano, dal Bosco San Giovanni al Sdentiero Calvario. E poi c'è Montegrillo, in dialetto castelluccese detto "Timpa di ariddu", è il punto più alto di tutto il territorio. Raggiungibile dalla strada per Mistretta, sulla cima si può ammirare uno spettacolo unico in tutta la Sicilia: da qui, infatti, è possibile scorgere ben 24 paesi delle provincie di Messina, Enna. Palermo e Catania. Per i golosi, venite ad agosto in occasione della sagra del cascavaddu, e non ve ne pentirete.